POTENZA DI VITA NELLO SPIRITO SANTO 

 di Andrew Murray  –   “Giovanni rese testimonianza, dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare in acqua, mi ha detto: “Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo e col fuoco!” Giovanni 1:32-33.  –  La predicazione di Giovanni Battista parlava di Cristo come dell’Agnello di Dio che “lava i peccati del mondo”, e come di colui che battezzerà i suoi discepoli “con lo Spirito Santo e col fuoco” (Giovanni 1:29; Luca 3:16).

Il sangue dell’Agnello e il battesimo dello Spirito: ecco due verità centrali della Sua professione di fede e della Sua predicazione. Esse sono, in effetti, inseparabili. Per far sì che la chiesa agisca con potenza, che il Signore sia glorificato in essa, bisogna che si predichi chiaramente la purificazione, per mezzo del sangue, e l’azione dello Spirito Santo, che formano in queste due dottrine la base e la pietra angolare della fede cristiana.

Non è sempre così anche fra coloro che vogliono camminare alla luce della Scrittura. L’intelligenza umana accresce più facilmente le sofferenze e l’espiazione dell’Agnello di Dio, seguite dal perdono e dalla pace che ne risultano, che la dottrina più astratta del battesimo dello Spirito Santo, del suo dimorare nell’uomo e della sua direzione abituale. Il sangue di Cristo purifica gli empi e i ribelli, finché il dono dello Spirito s’indirizza al discepolo obbediente. Non è, dunque, sorprendente che la predicazione del battesimo dello Spirito trovi meno accoglienza che quella del perdono e della redenzione, soprattutto dove la chiesa non ha affatto vita.

Pertanto, non è questo ciò che Dio voleva. Già il Vecchio Testamento aveva promesso che lo Spirito sarebbe venuto a dimorare nell’uomo. Il precursore rileva questo primo indice.

Egli non predica l’espiazione senza dire anche perché e come si compirà in noi il disegno di Dio. Il peccato non si tira dietro solo colpevolezza e condanna, ma anche corruzione e morte.

Non soltanto faceva perdere all’uomo il favore di Dio; e, senza questa comunione intima, l’amore divino che aveva creato l’uomo, non poteva essere soddisfatto. Dio voleva realmente CHE CI DESSIMO COMPLETAMENTE A LUI: voleva che il nostro cuore, il nostro amore e tutto ciò che costituisce la nostra individualità fossero una dimora dove potesse abitare il Suo amore, un tempio dove Egli fosse adorato. La predicazione di Giovanni Battista abbracciava interamente la redenzione, dall’inizio alla fine. Il sangue dell’Agnello doveva purificare il tempio di Dio e ristabilire il Suo trono nel cuore dell’uomo; Gesù stesso doveva essere il tipo di ciò che produce questo battesimo dello Spirito; Gesù non dava che ciò che aveva ricevuto. In quanto lo Spirito dimorava in Lui, Egli poteva battezzare con lo Spirito Santo. Che significato ha dunque questa effusione di Spirito dall’alto, che discendeva per dimorare in Lui? Gesù era stato concepito dallo Spirito Santo. Per la potenza dello Spirito, aveva attraversato senza peccato l’infanzia e la giovinezza per arrivare senza peccato all’età adulta.

Fu allora che andò a Giovanni Battista e che «per compiere tutto ciò che è giusto» (Matteo 3, 15) ricevette il battesimo da Giovanni.

Nello stesso momento, per ricompensa alla sua obbedienza, e come segno approvatore del padre, Egli ricevette una nuova effusione di potenza e di vita divina. Sentì, allora, molto più di prima in Lui la presenza e la potenza del Padre che lo fortificava per la sua opera; sentì di possedere la luce e la virtù dello Spirito (Luca 4, 1, 14, 18, 22); sentì che era stato «unto di potenza e di Spirito Santo» (Atti 10, 38).

Quantunque Gesù fosse stato battezzato di Spirito Santo, non poteva ancora battezzare gli altri. Prima bisognava che, per la virtù stessa di quel battesimo, subisse la tentazione e la vincesse. Bisognava che apprendesse l’obbedienza e che soffrisse; bisognava anche che per lo Spirito Eterno, si offrisse in sacrificio a Dio e solo allora avrebbe ricevuto di nuovo, per premio alla sua obbedienza, lo Spirito Santo che gli era stato promesso (Atti 2:33), con il potere di battezzare tutti coloro che gli appartenevano.

L’esempio di Gesù ci mostra cos’è il battesimo dello Spirito.

Non si tratta della grazia divina che ci chiama a donarci a Dio e a cercare di vivere come figliuoli di Dio. Quando Gesù ricorda ai suoi discepoli ciò che Giovanni aveva predetto di Lui (Luca 3, 16; Atti 1, 4-5), essi avevano già ricevuto questa prima Grazia di Dio. La promessa d’essere battezzati di Spirito Santo gli annunciava dunque qualcosa di ancora più grande.

Quello che dovevano ricevere ancora, era la presenza stessa del loro Salvatore glorificato. Era, dunque, un BATTESIMO DI GIOIA E DI POTENZA che li poneva in comunicazione con Gesù sul trono della Sua gloria.

Tutto ciò che avrebbero ricevuto in futuro: saggezza, coraggio, santità, tutto sarebbe venuto da quella sorgente. Lo Spirito Santo doveva essere per loro ciò che era stato per Gesù dopo il suo battesimo: la linea di vita che li unisse al Padre e alla Sua saggezza. Per lo Spirito Santo, Gesù doveva manifestarsi in loro, il Padre e il Figlio dovevano dimorare in loro.

«Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è colui che battezza di Spirito Santo». Queste parole sono indirizzate a noi oltre che a Giovanni. Per capire cos’è il battesimo dello Spirito Santo, per sapere da chi e come dobbiamo riceverlo, è necessario che noi stessi vediamo colui sul quale lo Spirito è disceso e si è fermato. Bisogna che vediamo Gesù battezzato di Spirito Santo. Bisogna che cerchiamo di capire che ne aveva bisogno, che s’è sottomesso, che è per la potenza, che ha ricevuto, che ha potuto morire nel modo in cui è morto e, in seguito, risuscitare.

Tutto ciò che Gesù ci dona, ha dovuto riceverlo per primo Egli stesso e appropriarsene personalmente; tutto ciò che egli ha acquisito è nostro; Egli vuole che lo      possediamo anche noi. «E’ lui che battezza di Spirito Santo…».

Vediamo che il battesimo nello Spirito Santo è venuto a coronare di gloria l’opera di Gesù e che per vivere una vita veramente cristiana, abbiamo bisogno di riceverlo e di sapere che l’abbiamo ricevuto.

Questo battesimo è lo Spirito stesso di Cristo, che viene a dimorare in noi con la suprema potenza della sua natura glorificata. E’ «lo spirito di vita di Gesù Cristo che ci ha liberati dalla legge del peccato e della morte». Cristo ci ha dato, per mezzo della redenzione, la liberazione dal peccato. E’ questa virtù, potente, che riempie di ardimento e di coraggio davanti al pericolo, che assicura la vittoria sul mondo e sul nemico; è il compimento della promessa di Dio: «Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro» (2 Corinzi 6, 16).

Chiediamo, quindi, al Padre di darci tutto ciò che il  Suo amore ha ancora da darci.