CROCIFISSI CON CRISTO

di George D. Watson  –  La Bibbia mette spesso in rilievo l’infinita debolezza morale degli uomini. Perfino gli uomini migliori e validi strumenti della provvidenza di Dio vengono a volta presentati nella Scrittura come esseri deboli e soggetti al peccato: Abramo disse di essere »polvere e cenere«; Isaia disse che noi periamo come una foglia; Giobbe a momenti aveva orrore di se stesso e lo stesso Apostolo Paolo si considerava il più piccolo di tutti i santi.

Gesù confermò il fatto che l’uomo è fondamentalmente incapace di evitare il male, dicendo: »Senza di me non potete far nulla« (Giovanni 15:5). Così, anche se la Scrittura ci presenta delle persone sul cui conto non si può dir che del bene, bisogna subito considerare che esse non hanno fatto altro che accettare umilmente la forza che Dio ha dato loro e che esse avevano chiesto in preghiera fiduciosi.

L’energia spirituale per vivere da cristiani coerenti ci viene dalla vita divina che è in noi per mezzo
della nostra fede nel Signore Gesù. Tuttavia dobbiamo convincerci che per giungere a maturità, »all’altezza della statura perfetta di Cristo« (Efesini 4:1), è necessario mantenerci in stretta unione con il Salvatore nostro, sempre vegliando e pregando (Luca 21:36). Infatti la salvezza è assicurata solo a coloro che avranno »perseverato sino alla fine« (Matteo 10:22).

Il cuore del credente può allontanarsi da Dio a poco alla volta impercettibilmente. La vita divina può venir meno nel cristiano lentamente. Il diavolo si insinua per vie silenziose, attraverso dei passaggi incustoditi e quasi sempre travestito. Avviene allora che quando il cristiano si accorge della sua presenza, egli occupa già un posto importante nella sua vita.

Un po’ di pigrizia spirituale, un po’ di indulgenza nei cosiddetti »piccoli vizi«; qualche sguardo a persone o cose i capelli divengono grigi a poco alla volta. Anche la Scrittura, riferendosi ad Efraim, dice che »dei capelli bianchi gli appaiono qua e là sul capo, ed egli non vi pone mente« (Osea 7:9).

Eva che guarda il frutto proibito, Davide che guarda con desiderio impuro la moglie di Uria, sono tra gli esempi più palpabili del pericolo che si cela a volte in azioni a prima vista buone o in-differenti. Anche con Gesù Satana tentò la sua solita tattica, cercando di impressionarlo con dei falsi miraggi di potenza e gloria. D Signore, però, distolse, lo sguardo da queste visioni affascinanti, desideroso com’era di far in tutto la volontà del Padre Suo, che Gli additava la croce.

Un altro modo con cui il cristiano può allontanarsi da Dio a poco a poco, consiste nel prendere nelle sue mani l’andamento della propria vita, sostituendosi alla provvidenza divina. Fu il caso di Rebecca e Giacobbe, che ordirono un piano per ingannare Isacco onde assicurare la primogenitura a Giacobbe. Se avessero lasciato fare a Dio, che aveva fatto una promessa a riguardo, essi avrebbero evitato un deplorevole inganno e l’odio tra fratelli. Spesso l’impazienza, che porta ad agire impulsivamente, complica la vita del cristiano, che invece dovrebbe piuttosto seguire giorno per giorno in preghiera le indicazioni che Dio gli dà con ispirazioni ed anche attraverso le circostanze della sue vita.

Infine, tra le tante tentazioni a cui è soggetto il cristiano durante questo tempo di prova sulla terra, per noi che viviamo nel ventesimo secolo ha particolarmente peso il nostro modo di vivere. Nella nostra vita, anche in quella dei più poveri tra noi, sono entrate tante piccole comodità, a cui ci siamo attaccati e di cui tanti non possono fare a meno. La tendenza generale della nostra epoca è di cercare sempre il più comodo ed il meno faticoso. Questa tendenza è assecondata dal progresso tecnico, che a sua volta fa crescere nell’uomo il desiderio di una vita sempre più comoda. Questa situazione influisce spesso negativamente sulla vita cristiana, tanto che a volte determinate »attività sociali« facilmente prendono il posto della riunione di preghiera e del culto. La preghiera privata e la meditazione della Parola di Dio divengono sempre più faticose, fino a scomparire, rimanendo soltanto una apparenza di pietà farisaica.

Come dicevo all’inizio, per questi pericoli di deviazione da Dio, vi è un rimedio. Infatti leggiamo nella lettera ai Romani che »il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui affinché il corpo del peccato fosse annullato, onde noi non serviamo più al peccato … Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo altresì vivremo con Lui, sapendo che Cristo essendo resuscitato dai morti, non muore più; la morte non lo signoreggia più. Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio. Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio in Cristo Gesù« (Romani 6:6-11). Questo vuol dire che con l’aiuto dello Spirito Santo che è in noi, dobbiamo cambiare completamente la rotta della nostra vita, senza mezzi termini né rimpianti. Non voltiamoci indietro come la moglie di Lot! Ricordiamoci che nella vita cristiana non progredire significa inesorabilmente retrocedere — retrocedere verso la morte eterna.