COME LEW WALLACE INCONTRO’ CRISTO SCRIVENDO BEN HUR.

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Lew Wallace, l’autore del best-seller “Ben Hur”, da cui fu tratto il famoso film di Charles Heston fu un avvocato prima, poi senatore e infine generale nell’esercito americano.  Ma la sua fama la ottenne scrivendo il romanzo “BEN HUR”, che aveva cominciato a scrivere per screditare il cristianesimo. Ma…

Avevo appena terminato di leggere «Ben Hur» ; il libro giaceva ancora aperto sul tavolo, quando l’autore, Lew Wallace, entrò nella stanza. «Questo libro mi è stato di grande benedizione», gli dissi, «ed ho intenzione di rileggerlo più volte».  L’autore parve lieto del mio entusiasmo; ed io m’arrischiai a chiedergli che cosa lo avesse spinto a scrivere quella storia. Dopo un istante di riflessione, egli mi rispose: «Ve lo dirò con piacere». Mettendosi confortevolmente a sedere, egli mi raccontò quanto segue:

«Ero conosciuto come un ateo inveterato, avendo rinnegato interamente il Cristianesimo. A quel tempo, Robert G. Ingersoll era uno dei miei più intimi amici. Sempre a quel tempo rassegnai le dimissioni da governatore del Territorio dell’Arizona e mi trasferii ad oriente degli Stati in compagnia di Ingersoll. Mentre il treno si avvicinava a St. Louis il nostro ragionamento cadde sul Cristianesimo. «Non è strano,» esclamò Ingersoll, «che delle persone apparentemente intelligenti continuino a credere alle dottrine folli che vengono insegnate nelle chiese cristiane? Quand’è che si comprenderà che gl’insegnamenti della Bibbia non sono che follia?».

Continuammo ha parlare su questo argomento per un certo tempo poi tutto d’un tratto, Ingersoll mi dissi bruscamente: «Wallace, tu che sei un dotto e un pensatore, perché non cerchi dei documenti e non scrivi un libro che provi la falsità delle dottrine di Gesù Cristo, l’errore di credere che un simile personaggio sia mai esistito e che possa essere l’autore del Nuovo Testamento. Uno studio del genere ti assicurerebbe una gloria mondiale. Sarebbe un capolavoro e l’unico mezzo per porre fine a questa chimera ed a tutto ciò che concerne il sedicente Cristo e Salvatore de mondo».

Questa proposta fece una profonda impressione sul mio spirito e ci mettemmo a parlare sulla portata di un tale libro. Nel separarci, assicurai al mio amico che mi sarei subito messo all’opera e che avrei pubblicato un studio che sarebbe stato il mio capolavoro e il coronamento dei miei sforzi.

Arrivai ad Indianapolis dove mi ero sistemato e parlai del mio nuovo progetto con mia moglie. Ella era membro della Chiesa Metodista e, naturalmente, il mio progetto la rattristò molto ma ero risoluto a realizzarlo e cominciai perciò a raccogliere tutti i documenti che trovai nelle biblioteche di America e d’Europa. Raccolsi tutti gli scritti che potevano far luce sull’epoca in cui, secondo le tradizioni, Gesù era vissuto. Passai molti anni in queste ricerche e quando pensai di avere in mano tutto il materiale necessario, cominciai a scrivere l’opera progettata.

Ero arrivato al IV° capitolo quando mi prese il convincimento che Gesù Cristo era una persona vivente tanto quanto Socrate, Platone, Giulio Cesare e gli altri grandi uomini del passato. Questo convincimento divenne certezza: dovetti riconoscere che Gesù Cristo era realmente vissuto sulla terra; i fatti storici inerenti a quel periodo non facevano che corroborare questa verità.

Mi sentii improvvisamente in una posizione errata: Avevo cominciato a scrivere un libro allo scopo unico di provare che Gesù Cristo non era mai esistito, mentre invece, alla luce dei fatti, ero obbligato a riconoscere che Egli era effettivamente vissuto sulla terra. In seguito, un altro interrogativo cominciò a torturarmi: «Se Gesù Cristo era veramente esistito (e non vi erano dubbi al riguardo) era Egli il Figlio di Dio e il Salvatore del Mondo?» Una luce cominciò a rischiarare la mia anima.

Una notte, non dimenticherò mai quel momento, caddi in ginocchio e, per la prima volta nella mia vita, chiesi a Dio di rivelarsi al mio cuore, di perdonare i miei peccati e di aiutarmi a divenire uno dei suoi fedeli servitori. Verso il mattino la certezza profonda della fede aveva invaso il mio cuore. Entrai nella camera dove dormiva mia moglie e la destai annunciandole che avevo accettato Gesù come Salvatore e Signore. Alla notizia il suo volto si illuminò di gioia: «O Lew», mi disse, «dal giorno che mi hai manifestate le tue intenzioni di scrivere quel libro, non ho cessato dal pregare che Iddio ti avesse illuminato nella verità.

C’inginocchiammo ai piedi del letto in quell’ora mattutina ed insieme ringraziammo Iddio per la Sua misericordia e per il cammino glorioso sul quale mi aveva guidato. Non credo che possa esistere gioia più intensa di quella che provammo quel mattino quando, dopo molti anni di matrimonio, fummo veramente uniti nella comunione di Cristo.

In seguito chiesi a mia moglie che cosa avrei dovuto fare di tutti quei documenti che avevo raccolto a prezzo di tanti sforzi e sacrifici.

«Oh,» mi rispose, «riscrivi i primi quattro capitoli e prosegui il libro, al fine di provare, alla luce delle ricerche e delle tue esperienze personali, che Gesù Cristo è veramente quel che Egli ha dichiarato di essere: il Figlio di Dio e il Salvatore del mondo».