COMPRA IL CAMPO

di Mike Brown  –   Questo messaggio dovrebbe edifi­carvi e fortificarvi nella fede. Fino a quando saremo in questo mondo avremo sempre combattimenti di fede, e fino a quando saremo in questo corpo dovremo scegliere di camminare per fede e non per visione. Sono un uomo abbastanza ottimista, ma negli ultimi cinque anni ho affrontato dure prove e grandi pressioni che andavano al di là delle mie forze, e proprio in mezzo alle prove più difficili ho sentito queste parole dal Signore: “Compra il campo”.  (Geremia 32:1) “La parola che fu rivolta a Geremia da parte dell’Eterno nel decimo anno di Sedekia, re di Giuda, che fu l’anno diciottesimo di Nebukadnetsar”.  

Queste sono date molto importanti, perché un anno più tardi Gerusalemme cadde sotto l’eserci­to di Babilonia. Sedekia venne imprigionato, i suoi figli uccisi sotto i suoi occhi e poi lui stesso fu accecato. L’esercito del re di Babilonia asse­diava Gerusalemme e il profeta Geremia era rin­chiuso nel cortile della prigione della casa del re. Egli era considerato un traditore in quanto incita­va il popolo ad arrendersi e sottomettersi ai Babilonesi; la città sarebbe stata presa, ci sarebbe stato sangue per le strade, molte vedove avrebbe­ro pianto i loro mariti, migliaia di persone sareb­bero state portate in catene a Babilonia.

(Geremia 32:6-15) Allora Geremia disse: «La parola dell’Eterno mi è stata rivolta, dicendo: Ecco, Hanameel, figlio di Shallum, tuo zio, viene da te per dirti: Comprati il mio campo che è in Anathoth, perché tu hai il diritto di riscatto per comprarlo». Perciò Hanameel, figlio di mio zio, venne da me nel cortile della prigione, secondo la parola dell’Eterno, e mi disse: «Ti prego, compra il mio campo che è in Anathoth, nel territorio di Beniamino, perché tu hai il diritto di eredità e il diritto di riscatto. Compratelo!». Allora riconob­bi che questa era la parola dell’Eterno. Cosi comprai da Hanameel, figlio di mio zio, il campo che era in Anathoth e gli pesai il denaro: diciassette sicli d’argento. Firmai l’atto, lo sigillai, chiamai i testimoni e pesai il denaro sulle bilance. Quindi presi l’atto di compra, quello sigillato secondo la legge e gli statuti e quello aperto e consegnai l’atto di compra a Baruk, figlio di Neriah, figlio di Mahseiah, in presenza di Hanameel mio cugino, in presenza dei testimoni che avevano firmato l’atto di compra, e in pre­senza di tutti i Giudei che sedevano nel cortile della prigione.

Poi davanti a loro diedi quest’ordine a Baruk: «Così dice l’Eterno degli eserciti, il DIO d’Israele: Prendi questi atti, l’atto di compra, tanto quello sigillato quanto quello aperto, e met­tili in un vaso di terra, perché si conservino per molti giorni. Poiché così dice l’Eterno degli eserciti, il DIO d’Israele: In questo paese si compreranno anco­ra case, campi e vigne”.

Dio aveva detto a Geremia che l’esilio sarebbe durato 70 anni, tutti i campi sarebbero stati abbandonati, il popolo sarebbe stato portato in cattività e nonostante questo gli chiede di com­prare un campo. Vi faccio un esempio. Tutti quanti conosciamo la storia del Titanic: per anni viene profetizzato che ci sarà una collisione e che sprofonderà negli abissi più profondi portando con sè centinaia di persone. Sei mesi prima della data di partenza per il suo primo viaggio, il pro­prietario del Titanic vi dà la possibilità di acqui­state un “pacchetto crociera” di viaggi per il futu­ro. E voi accettate di comprarlo.

(Geremia 32:16-25) “Dopo che ebbi consegnato l’atto di compra a Baruk, figlio di Neriah, pregai l’Eterno, dicendo: «Ah, Signore, Eterno! Ecco, tu hai fatto il cielo e la terra con la tua grande potenza e con il tuo braccio disteso. Non c’è nulla troppo difficile per te. Tu usi benignità verso mille generazioni e ripaghi l’iniquità dei padri in seno ai loro figli dopo di essi, Dio grande e potente, il cui nome è l’Eterno degli eserciti. Tu sei grande in consiglio e potente in opere e hai gli occhi aperti su tutte le vie dei figli degli uomini, per dare a ciascuno secondo le sue opere e secondo il frutto delle sue azioni.  Tu hai operato fino al giorno d’oggi segni e prodigi nel paese d’Egitto, in Israele e in mezzo ad altri uomini, e ti sei fatto un nome come è quest’oggi. Tu facesti uscire il tuo popolo dal paese d’Egitto con segni e prodigi, con mano potente e braccio disteso e con grande terrore. Tu desti loro questo paese che avevi giurato ai loro padri di dare loro, un paese ove scorre latte e miele.  Essi entrarono e ne pre­sero possesso, ma non hanno ubbidito alla tua voce e non hanno camminato nella tua legge; non hanno fatto tutto ciò che avevi comandato loro di fare; per­ciò tu hai fatto venire su di loro tutta questa calamità. Ecco, i terrapieni giungono fino alla città per prenderla; e la città è data in mano dei Caldei che combattono contro di essa con la spada, la fame e la peste. Ciò che tu hai detto è avvenuto; ecco, tu lo vedi.  Eppure, o Signore, o Eterno, tu mi hai detto: “Comprati con denaro il campo e chiama i testi­moni, mentre la città è data in mano dei Caldei”.

Egli non fa nessuna domanda o richiesta a Dio, ma richiama la Sua attenzione su quello che sta per accadere perché sembra follia. Geremia rico­nosce la grandezza di Dio, la Sua potenza e che niente è difficile per Lui, ma la città sta per crolla­re ed allora perché questa richiesta di comprare un campo? Nel suo cuore questo non aveva nessuna logica ma per ubbidienza lo fece.

(Geremia 32:26-29) “Allora la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia, dicendo: «Ecco, io sono l’Eterno, il DIO di ogni carne; c’è forse qualcosa troppo difficile per me? Perciò così dice l’Eterno: «Ecco, io darò que­sta città in mano dei Caldei, in mano di Nebukadnetsar, re di Babilonia, il quale la prenderà. I Caldei che combattono contro questa città entreranno, appiccheranno il fuoco a questa città e la bruceranno insieme alle case sui cui tetti hanno bruciato incenso a Baal, e fatto libazioni ad altri dèi per provocarmi ad ira”.

(Geremia 32:36-44) “Perciò ora così dice l’Eterno, il DIO d’Israele, riguardo a questa città, di cui voi dite: «Essa sarà data in mano del re di Babilonia, per mezzo della spada, della fame e della peste».  «Ecco, li radunerò da tutti ipaesi dove li ho dispersi nella mia ira, nel mio furore, nella mia grande indignazione; li farò tornare in questo luogo e li farò abitare al sicuro. Essi saranno per me il mio popolo e io sarò per loro il loro DIO, Darò loro un solo cuore, una sola via, perché mi tema­no per sempre per il bene loro e dei loro figli dopo di loro. Farò con loro un patto eterno: non mi ritirerò più da loro, facendo loro del bene, e metterò il mio timore nel loro cuore, perché non si allontani­no da me. Gioirò nel far loro del bene e li pianterò stabilmente in questo paese con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima». Poiché così dice l’Eterno: «Come ho fatto venire su questo popolo tutta questa grande cala­mità, così farò venire su di loro tutto il bene che ho loro promesso. Si compreranno ancora campi in questo paese, di cui voi dite: E’ una desolazione, senza più uomo o bestia, è stato dato in mano dei Caldei”. Si compreranno campi con denaro, si firme­ranno gli atti, si sigilleranno, si chiameranno testimoni nel paese di Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme nelle città di Giuda, nelle città della regione montuosa, nelle città della pianura, nelle città del Neghev, perché io farò tornare quelli che sono in cattività, dice l’Eterno”.

Questo è uno dei “più grandi capitoli di fede” che si possa trovare in tutta la Bibbia. Geremia profe­tizzò per 40 anni, il suo messaggio non venne ascoltato e vide la grande e terribile distruzione, morendo prima di vedere la restaurazione. Dio gli disse di comprare il campo come un’azio­ne profetica atta a simboleggiare la futura restau­razione. Un deposito fatto ora per una realtà futu­ra. Alle volte io sento Dio che mi dice di acquistare “il campo” in senso spirituale! Io voglio vedere dei risultati come voi, prego per un risveglio, per una grande raccolta e che la potenza di Dio possa scendere. Ma c’è un altro aspetto della nostra fede: la “testimonianza della nostra fede”. La testimonianza di un popolo che adora Dio, gioisce nella Sua presenza ed è pronto ad acquistare un campo mentre la città sta per essere distrutta, e non per averne un profitto immediato ma solo per la testimonianza.

Ci sono testimoni che ci stanno guardando nei luoghi celesti e Dio manifesta la Sua sapienza attraverso la Sua chiesa e molto spesso Egli lo fa attraverso la chiesa crocifissa.

Ecco la storia di un uomo che è stato condannato all’erga­stolo per la sua fede: si trova incatenato in prigione e gioi­sce perché a lui è dato il pri­vilegio di soffrire vituperio a causa del Signore. Anche se nessuno in prigione lo sentirà cantare, anche se nessuno scriverà mai un libro su lui: questa è una testimonianza!  C’è qualcuno che Dio può indicare come testimone vin­citore nel regno. Non impor­tano i risultati esteriori, visi­bili; a volte Dio viene glorifi­cato attraverso la nostra “semplice ubbidienza”, anche quando sembra che niente accade, ma Lui ha parlato e noi lo abbiamo onorato con un cuore puro. Abbiamo detto: “Signore, anche se mi sembra strano, pazzesco, se Tu hai detto di farlo, noi lo faremo!” I risultati non ci scoraggeranno, perché non stiamo agendo solo per ottenere dei risultati, ma stiamo agendo secon­do la fede. Facendo così non soltanto portiamo gloria a Dio nei luoghi celesti, non soltanto dichiariamo la Sua sapienza, ma questo ci porta ad un livello superiore di servizio, perché siamo determinati a gioire in ogni tempo per lodarLo.

Dobbiamo sviluppare un’atti­tudine spirituale. Abbiamo avuto nel passato una mancanza di denaro nella nostra Scuola di Missione “Fire”, che non ci permetteva di pagare gli sti­pendi agli insegnanti ed allo “staff”. Sapevamo che era un periodo di prova. Dio mi parlò dicendomi che quanto più alto sarebbe stato il livello della prova che stavamo attraversando, tanto più alta sarebbe stata la ricompensa. Per avere degli ottimi risultati alle volte ci vuole tempo. Così in quella occasione un fratello mi disse che Dio voleva che noi continuassimo a camminare nello stesso modo, a credere in Lui allo stesso modo, sia che avessimo la busta paga o che non l’avessimo. Così qualcosa successe in noi, ci sentimmo fortificati come soldati e non c’importava di camminare sulle acque o sulla terra. Realizzammo che se non avessimo passato quelle prove non avremmo ottenuto quei risultati nella nostra vita.

Dio vuole che impariamo “l’attitudine di compra­re il campo”. Pur non avendo molto denaro o riu­scendo a stento con quello che si ha a coprire le spese del mese, Dio ci dice di darlo per Lui!  Deve sorgere in noi qualcosa che ci spinge a muo­verci al di là di ciò che vediamo. Ubbidendo, entriamo in un altro livello dove il provvedimento e le possibilità del Signore sono senza limiti. Gioiamo, ma non sulla base di ciò che vediamo.

(Habacuc 1:2-3) “Fino a quando, o Eterno, gri­derò, senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: «Violenza!», ma tu non salvi”. Perché mi fai vedere l’iniquità e mi fai guardare la perversità? Davanti a me stanno rapina e vio­lenza, c’è contesa e cresce la discordia.

Habacuc visse quasi nello stesso periodo storico di Geremia, vide il popolo d’Israele nel peccato e grandissime ingiustizie commesse. Egli gridava a Dio per questa situazione chiedendoGli fino a quando avrebbe permesso che tutto questo andas­se avanti. Allora Dio gli disse che avrebbe fatto giustizia mandando una nazione senza Dio a distruggere il Suo popolo. La soluzione era peg­giore del problema.

(Habacuc 1:13) “Tu hai gli occhi troppo puri per vedere il male e non puoi guardare l’iniquità. Perché stai a guardare quelli che agiscono con frode, e taci quando il malvagio divora chi è più giusto di lui?”

Il nostro popolo è cattivo, ma ora sta arrivando un altro popolo che è ancora più cattivo per giudicarci. Signore! Non è logico, non è giusto, le cose vanno male! Ma Habacuc volle aspettare, infatti il Signore gli rispose successivamente in un altro modo. 

(Habacuc 2:3-4) “Poiché la visione è per un tempo già fissato, ma alla fine parlerà e non mentirà; se tarda, aspettala, perché certamente verrà e non tarderà». Ecco, la sua anima si è inorgoglita in lui, non è retta, ma il giusto vivrà per la sua fede”.

(Habacuc 3:17) “Anche se il fico non fiorirà e non ci sarà alcun frutto sulle viti, anche se il lavoro dell’ulivo sarà deludente e i campi non daranno più cibo, anche se le greggi scompari­ranno dagli ovili e non ci saranno più buoi nelle stalle, esulterò nell’Eterno e mi rallegrerò nel DIO della mia salvezza. L’Eterno, il Signore, è la mia forza; egli ren­derà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle mie alture”.

Non importa quello che vedo, non importa se le situazioni sono disperate, ho una parola da parte di Dio e così vivo per fede gioendo sia quando le cose vanno bene sia che tutto crolli. È un tempo per gioire, perché Dio è Dio; non a motivo delle circostanze, ma perché Dio è Dio! Noi compria­mo il campo perché siamo un popolo di fede ed i risultati verranno, forse non nella nostra genera­zione; ma noi continueremo a prendere posizione in base alla nostra fede e saremo i testimoni davanti al cielo e alla terra. Dio avrà la Sua testi­monianza, ci sarà un deposito, una caparra che costituisce una garanzia per le cose che devono ancora avvenire.

Dobbiamo incoraggiare noi stessi guardando alla fedeltà di Dio. Se ci ha portato fino a questo punto, ci porterà anche avanti, se Egli ha mantenuto le promesse fino ad ora, Egli sarà fedele nell’adempiere anche la secon­da, la terza e la quarta promessa.  Dio c’incoraggia ad acquistare il campo, anche se non sembra completamente logico ed è fuori dai nostri schemi stolti. Col tempo il Signore confer­merà la Sua parola facendo sorgere in noi quella speranza che va in direzione opposta rispetto a quella delle circostanze. La risposta arriverà cre­dendo non soltanto per ottenere dei risultati, non soltanto per ubbidienza ma anche per dare testi­monianza.

(Efesini 3:10) “affinché, per mezzo della chiesa, nel tempo presente sia manifestata ai principati e alle potestà, nei luoghi celesti, la multiforme sapienza di Dio”.  Questa deve essere la nostra sfida!